EYMERICH TABLOID

 

 

 

 

Eymerich sgranò gli occhi. Erano spalancati, la pupilla dilatata.

Quello che gli aveva venduto la polverina bianca l'aveva chiamata "Polvere d'Angelo”, e quindi doveva essere stata approvata dal Santo Padre.

Eymerich si fece una bella sniffata.

Funzionava. Schizzò su che neanche nel Cherudek.

Si trovava in un'epoca che non conosceva, in un assurdo paese chiamato America.

Non sapeva come c'era arrivato, ma non gli importava più di tanto.

Erano stati i Cabalisti? I Catari? I Bogomili? I fottuti adoratori di Baal?

Chissenefrega.                    

Qui c'era del lavoro per lui.

All'inizio non aveva visto segni del Maligno. Poi aveva assistito a una seduta aperta al pubblico.

Aveva svalvolato. Aveva capito.

Si trovava lì per gli imperscrutabili disegni del Signore.

Si era fatto un altro tiro.

Gli eretici erano dappertutto, avevano solo cambiato nome.

Si nascondevano. Andavano individuati uno ad uno. Andavano distrutti.

Lui era pronto.

Eymerich saltò sulla Cadillac decappottabile che aveva comprato di seconda mano, e accelerò verso un ipermercato.

Comprò accendini. Comprò kerosene. Comprò una catasta di legno di abete del Wyoming. Comprò una 44 Magnum a canna corta.

Caricò tutto in macchina e diede gas. La gente non lo degnava di uno sguardo.

Solo un fottuto pazzo in più, in una città di pazzi.

Eymerich si fermò a un semaforo, aprì il giornale a fece un sorriso velenoso.

"Il Senatore MacCarthy riapre la Caccia alle Streghe", diceva la prima pagina in caratteri cubitali.

Eymerich partì, sgommando.

Sto arrivando, pensò.